Roberto Beretta sull’Avvenire del 13/3/2001 a pagina 21., 13 marzo 2001
Al giornalista Mario Giordano, che chiedeva «l’abolizione del Sessantotto», Fabrizio Rondolino: «il Sessantotto ha modernizzato l’Italia, l’ha aperta all’Europa e al mondo; è scioccamente pilatesco sostenere che una molotov non va mai tirata»
Al giornalista Mario Giordano, che chiedeva «l’abolizione del Sessantotto», Fabrizio Rondolino: «il Sessantotto ha modernizzato l’Italia, l’ha aperta all’Europa e al mondo; è scioccamente pilatesco sostenere che una molotov non va mai tirata». Luigi Manconi, ex di Lotta Continua, dopo aver ammesso di aver fatto uso della violenza durante gli scontri poilitici di quegli anni, ha invocato la prescrizione «come categoria della convivenza civile e come occasione per rinnovare il legame sociale». Un suo ex compagno di Lotta Continua, Paolo Sorbi: «I protagonisti del ’68 non hanno mai trovato un momento per fare i conti con la propria storia. Il loro peccato originale è l’infantilismo». La giornalista Lucia Annunziata: «La generazione d uomini usciti dal ’68 è la peggiore che conosca, anche oggi che hanno cinquant’anni», mentre Lanfranco Pace: «dovremmo coltivare l’autoassoluzione, l’indulgenza verso noi stessi come diritto inalienabile alla sopravvivenza». Giampiero Mughini: «Le strade deli ex sessantottini sono state molto dieverse: cçè chi andò in galera per fatti di sangue, chi fece carriera col Pci, chi è stato socialista, chi si era appartato e chi lavora in tv».