Francesco Canessa su Il Mattino del 14/3/2001 a pagina 24., 14 marzo 2001
Il compositore Vincenzo Bellini, d’aspetto assai bello, «faceva piangere e sognare signore avvizzite nei loro matrimoni senza amore e fanciulle in cerca di marito in Italia, Francia e Inghilterra
Il compositore Vincenzo Bellini, d’aspetto assai bello, «faceva piangere e sognare signore avvizzite nei loro matrimoni senza amore e fanciulle in cerca di marito in Italia, Francia e Inghilterra. E piaceva anche agli uomini: "La sua figura era, come le sue melodie, graziosa, simpatica, affascinante. I fini riccioli biondi, lo sguardo chiaro e fedele, il naso affilato, le labbra tumide, gli davano un aspetto che più leggiadro non si sarebbe desiderato per una creatura amata" (Ferdinand von Hiller)». Bellini era ammirato e coccolato dai romantici francesi, che lo incontravano nel salotto di Cristina Trivulzio di Belgioioso e che, quando morì (il 24 settembre 1835, a soli trentaquattro anni e in circostanze misteriose), lo celebrarono come l’«angelo biondo della musica» tornato al cielo (un anno dopo moriva, a 28 anni, la cantante Maria Malibran, che con lui aveva condiviso una grande passione). La prima biografia di Bellini è opera del suo compagno di stanza e di studi al Real Collegio di Musica di Napoli, Francesco Florimo, che ebbe cura di omettere nell’opera qualsiasi circostanza potesse offuscare la fama angelicata dell’amico (Florimo soppresse, nascose o modificò tutte le lettere compromettenti inviate a Bellini dalle sue numerose conquiste, e viceversa). Il risultato è un Bellini depurato e corretto che poco ha a che fare con colui che pronunciava frasi come «io sono così: amo le donne che non ho progettato di sposare e mi annoia quando questo progetto si affaccia» oppure «contrattando un legame con una donnetta che con la sua dote mi mette in una certa indipendenza, potrò restare a Parigi e scrivere per la Grand Opéra».