Giulio Benedetti su La Stampa del 12/3/2001 a pagina 19., 12 marzo 2001
Secondo Marcello Luchetti, pedagogista dell’Università di Roma Tre, «la grafia italiana è più prolissa e pesante rispetto a quella di altre lingue dove non esistono "ch", "cq" o "qu"
Secondo Marcello Luchetti, pedagogista dell’Università di Roma Tre, «la grafia italiana è più prolissa e pesante rispetto a quella di altre lingue dove non esistono "ch", "cq" o "qu". Il nostro alfabeto è l’unico fuori dalla linea europea perché mancante delle lettere k, j, x, y e w». Luchetti propone la «grafia italo-internazionale»: "k" al posto di "ch" e "cq"; "x" per "ss" (come nelle epigrafi latine); "qu" ridotto sempre a "q"; abolizione della "h"; la "g" sempre dura e "j" per pronunciare la "g" dolce. Uno dei vantaggi secondo Luchetti: «Poter inserire un maggior numero di parole in un messaggio elettronico».