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 2001  marzo 18 Domenica calendario

DEVIAZIONE DELLE ACQUE

Industrializzazione, urbanizzazione e desertificazione hanno prosciugato le risorse idriche del Nord e della costa. Sulle 668 città cinesi 400 mancano d’ acqua. A Taiyuan, un grande centro a sud di Pechino, i rubinetti sono a secco per 22 ore al giorno; nel porto di Tianjin è stato introdotto il razionamento; nella capitale la falda freatica sprofonda di anno in anno, di 3 metri e mezzo solo nel 2000. Le fabbriche talvolta devono fermarsi e l’agricoltura soffre. Lo Shandong ha subito un disastro nel’ 97, perché il Fiume Giallo che lo irriga s’era prosciugato per ben 226 giorni, e durante i frequenti periodi di siccità rivolte esplodono nelle campagne. «In questo secolo l’acqua sarà la questione strategica fondamentale», ha dichiarato il presidente Jiang Zemin. Secondo i piani un canale di 1.150 chilometri porterà verso Pechino 18 miliardi di metri cubi d’ acqua l’anno dallo Yangtze, affiancando l’antico canale costruito dalla dinastia Yuan a cavallo fra 13° e 14° secolo. Una seconda via di 1.246 chilometri trasferirà dal lago Danjiankou, sul fiume Han, 48 miliardi di metri cubi d’ acqua al Fiume Giallo e quindi al Nord. Poiché i due canali attraverseranno aree altamente popolate e inquinate, dove nei tre quarti dei fiumi scorrono veleni e immondizia, bisognerà evitare che a Pechino «arrivi una fogna costata 18 miliardi di dollari», dicono gli ambientalisti. Un terzo ramo, ai piedi dell’ Himalaya, connetterà Yangtze e Fiume Giallo, attraversando con tunnel varie catene di montagne. «Sarebbe più logico stabilire industrie nelle aree depresse dove c’ è l’acqua, invece di portare l’acqua dove sono le industrie», obietta Dai Qing. Preoccupazioni sono alimentate dai problemi emersi sullo Yangtze intorno alla diga delle tre gole, una diga di due chilometri che dovrà regolare il corso del fiume e produrre energia elettrica. Quest’ opera titanica, con un prezzo di 25 miliardi di dollari, causerà catastrofi secondo Dai Qing: «I generatori rimarranno fermi perché il bacino è pieno di sacchetti di plastica e rifiuti, e il bacino stesso, lungo 600 chilometri, rischierà di tracimare fra qualche anno allagando campagne e città, a causa dei fenomeni di sedimentazione che avevamo preventivato».