Renato Ferraro, Corriere della Sera, 18/03/2001, pag. 13., 18 marzo 2001
UN TRENO PER LHASA
Nel piano di sviluppo dei trasporti su rotaia l’iniziativa più discussa, e politicamente più sensibile, è la decisione di collegare Golmud con la capitale del Tibet, Lhasa. I tibetani non gradiscono questo «nuovo strumento d’ invasione», ma il governo è risoluto a realizzare il programma già disposto due volte da Mao e rinviato per le difficoltà tecniche. Sarà la ferrovia più alta del mondo: sui 1.118 chilometri di percorso 960 passeranno a quote di 4 mila metri. I lavori dureranno almeno 6 anni, perché bisogna scavare 30 chilometri di tunnel in condizioni climatiche feroci, e l’opera costerà 2 miliardi e mezzo di dollari. I binari correranno sopraelevati, a 20 centimetri dal suolo, per prevenire danni ecologici al permafrost, lungo i 600 chilometri che attraversano terreno permanentemente gelato, il quale può trasformarsi in fango se sale la temperatura. Sottopassaggi sono previsti per gli animali e i finestrini del treno saranno ermeticamente chiusi affinché i viaggiatori non contaminino la montagna gettando rifiuti.