Antonio DíOrrico, Capital, n. 9, 1997., 20 marzo 2001
«[...]
per gli esterofili e più colti o politicamente indirizzati, Lev Jascin, il numero uno della nazionale sovietica che pareva scolpito nel granito e di cui si mormorava, contro ogni verosimiglianza e senza il minimo conforto di verità statistica, che non avesse mai beccato un gol in vita sua. Quando la discussione si accendeva i più furbi ammettevano che sì qualche gol l’aveva preso anche Jascin, ma solo su ”tiri imparabili”. Sulla precisa definizione del tipo di tiro che meritasse la qualifica di imparabile, le menti migliori della mia generazione hanno sostenuto le prime durissime e raffinatissime prove di dialettica».