Corriere della Sera del 17 marzo, pag. 45, 21 marzo 2001
«Il ciclismo mi affascina sempre - spiega il Re Leone dello sprint - ma fatico a riconoscermi in questo mondo
«Il ciclismo mi affascina sempre - spiega il Re Leone dello sprint - ma fatico a riconoscermi in questo mondo. In corsa mi sono sentito apostrofare da un ragazzino, che neppure conosco, con queste parole: "guarda avanti e pedala". Quasi non ci credevo. Ma si rende conto come è cambiato il nostro mondo? Quando ho esordito, avevo paura a stare a fianco di Kelly o Saronni per timore di farli cadere. Ma allora in gruppo c’erano professionisti seri e i giovani imparavano da loro. Quando sono passato nella Del Tongo c’erano Saronni, Amadori, Caroli e io dovevo semplicemente osservarli per capire come avrei dovuo correre. Nella prima gara io ho forato e Amadori si è fermato per passarmi la ruota, lui che aveva disputato dieci mondiali. E’ in quei momenti che capisci come ti devi comportare in determinate circostanze, è stato lì che ho imparato, una volta diventato Cipollini a fare il gregario per Chioccioli, per Gotti e recentemente anche per Celestino».