Marco Tosatti su La Stampa del 15/3/2001 a pagina 23., 15 marzo 2001
«In Cina non possiamo celebrare la messa quando vogliamo. Non possiamo decidere nessuna attività, come ad esempio l’ordinazione dei sacerdoti, o aprire un nuovo seminario
«In Cina non possiamo celebrare la messa quando vogliamo. Non possiamo decidere nessuna attività, come ad esempio l’ordinazione dei sacerdoti, o aprire un nuovo seminario. La libertà del prete della Chiesa ufficiale è ancora minore di quella del prete clandestino: si è controllati in qualunque movimento, quando si entra o si esce di casa. Per qualunque attività è obbligatorio chiedere il permesso. Un prete della Chiesa clandestina può almeno visitare i fedeli in segreto. Io invece non ho la libertà di visitare i miei fedeli. A volte faccio qualche missione in modo nascosto, ma è difficilissimo. Mi hanno chiuso in casa, agli arresti domiciliari. Preti o suore possono venire da me solo due per volta, o da soli, ma sempre di nascosto. Se per caso vengono scoperti dal governo, vengono puniti, con sequestro degli oggetti religiosi e dei soldi. Anche se dico che vado in città per vedere un medico, loro mi dicono: ’sicuramente vai a visitare i tuoi fedeli’. I funzionari del governo ci dicono che possiamo solo pregare per il Sommo Pontefice, ma non sottometterci a lui. Io ho detto loro: ’voi non professate nessuna religione; la nostra fede cattolica è una, santa, cattolica e apostolica, il nostro rapporto col Papa è come il rapporto tra il tronco e il ramo della vite. Attualmente n,ella nostra diocesi clandestina ci sono quaranta preti, cinquanta seminaristi e cento suore».