Roberto Furlani, Corriere della Sera, 18/03/2001 pag. 25, 18 marzo 2001
L’allevamento è caratterizzato dal cosidetto «tutto pieno-tutto vuoto». I capannoni in cui si ingrassano gli animali vengono periodicamente riempiti di pulcini di un giorno, che vi rimangono sin quando non viene raggiunto il peso desiderato
L’allevamento è caratterizzato dal cosidetto «tutto pieno-tutto vuoto». I capannoni in cui si ingrassano gli animali vengono periodicamente riempiti di pulcini di un giorno, che vi rimangono sin quando non viene raggiunto il peso desiderato. Dopodiché si procede alla macellazione di tutti gli animali, allo svuotamento del capannone, alla sua disinfezione per riprendere poi un nuovo ciclo. Nelle galline ovaiole si distinguono principalmente due periodi di crescita. Il primo, la fase della pollastra, va da un giorno di vita alle 17-18 settimane. Gli animali vengono quindi trasferiti nei capannoni di ovodeposizione, dove vengono allevati in gabbia o a terra, per circa un anno. Durante questo periodo, ogni capo produce in media circa 320 uova. Poi, nella maggior parte dei casi, vengono macellati. Nel 1999 ogni italiano ha mangiato quasi 19 chili di carni avicole (2 chili nel 1958), di cui 11 di pollo e circa 5 di tacchino. La produzione complessiva è stata di 1.176.900 tonnellate. Ogni giorno in Italia vengono consumati 1.250.000 polii. Nel 1999 ogni italiano ha mangiato 224 uova (126 nel 1958) e la produzione è stata di 12.660.000 pezzi. La «livornese»è tra le razze da uova più diffuse al mondo. Nell’allevamento moderno però le razze tendono a scomparire a vantaggio degli ibridi commerciali con performance di crescita o di produzione di uova notevoli.