Paolo Pontonieri, Panorama, n. 29, 1996., 26 marzo 2001
In America, Tyrone Vigo e Joseph Bruno, applicando i polietileneglicoli per esempio al cotone, ottengono camicie o giubbotti che tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, «il 50-100 per cento in più di quello che farebbero in condizioni normali»
In America, Tyrone Vigo e Joseph Bruno, applicando i polietileneglicoli per esempio al cotone, ottengono camicie o giubbotti che tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, «il 50-100 per cento in più di quello che farebbero in condizioni normali». Funziona così: durante il trattamento, si attaccano alla stoffa delle molecole a elica di alcol poliidrico (polyl), e fra queste si stabiliscono legami di idrogeno. Seconda fase: quando la temperatura aumenta, i legami di idrogeno si spezzano, provocando una sorta di "caos chimico" e un allargamento delle spirali dell’elica. Alla fine proprio questo processo favorisce l’assorbimento del calore da parte del tessuto, mentre il corpo avverte una sensazione di frescura. Al contrario, quando l’ambiente si raffredda, i legami d’idrogeno si rinsaldano e si dispongono più ordinatamente, le spirali delle molecole si restringono e il calore viene rilasciato». Altra novità: la giacchetta frangivento per motociclisti ideata da un’impresa americana. E’ fatta da una rete di nylon e cotone cui aderisce chimicamente un velo lievissimo di vapore d’alluminio, ricavato dal riciclaggio delle lattine di bibite: il vapore, addensandosi, forma una barriere leggera contro il vento e i raggi di sole. Un’altra impresa di Washington studia come prevenire i tumori della pelle usando stoffe fatte da fibre selezionate di nylon.