Il Mondo, n. 23, 1996, 26 marzo 2001
La storia dei privilegi di certi statali rispetto ad altri è vera. Per esempio, in Rai: dai dati del bilancio consolidato 1995 risulta che il costo medio di ogni dipendente è salito dai 112,5 milioni del 1994 a ben 131 milioni del ’95, + 16,4% (senza contare i 263,8 miliardi stanziati per incentivare gli esodi che corrispondono a una somma media di 289 milioni erogata per ogni dipendente dimissionario)
La storia dei privilegi di certi statali rispetto ad altri è vera. Per esempio, in Rai: dai dati del bilancio consolidato 1995 risulta che il costo medio di ogni dipendente è salito dai 112,5 milioni del 1994 a ben 131 milioni del ’95, + 16,4% (senza contare i 263,8 miliardi stanziati per incentivare gli esodi che corrispondono a una somma media di 289 milioni erogata per ogni dipendente dimissionario). Questo mentre per tutti gli altri lavoratori in sede di discussione contrattuale era stato previsto che non si superasse il tetto di inflazione programmata del 3 per cento (accordo dell’estate ’93). Altri aumenti del costo del lavoro che non hanno tenuto conto dell’inflazione programmata del 3%: Enel, + 11,3%; Ferrovie +7,4%; Poste + 5,8%; Alitalia +5,8%.