la Repubblica 2001, 26 marzo 2001
Alla fine degli anni Trenta il vignettista Boris Efimov diventò la "matita di Stalin", il disegnatore prediletto del dittatore
Alla fine degli anni Trenta il vignettista Boris Efimov diventò la "matita di Stalin", il disegnatore prediletto del dittatore. Stalin suggeriva l’idea per le vignette sulle pagine della Pravda, controllava la realizzazione e qualche volta correggeva di suo pugno: «Un giorno il segretario generale mi fece attendere al Cremlino per un tempo a dir poco infinito. Otto, nove ore senza che nessuno mi dicesse niente. Dapprima una leggera inquietudine, poi un incubo: temevo mi sbattessero in un gulag. Ero davvero terrorizzato, quando vedo Stalin far capolino dalla porta: "Paura, eh?". Mi aveva fatto uno scherzo. Lui si divertiva così». Efimov ricorda con tristezza i suoi disegni contro l’amico Trotskij: «Mi faceva molto male, ancora oggi faccio fatica a ricordarlo. Ma purtroppo vivevo in quel regime. Andare contro era impensabile. Forse avrei potuto rifiutarmi. Ma come sarebbe finita la storia? Io sarei stato distrutto. E Trotskij, cosa ci avrebbe guadagnato?».