su Ospedalevirtuale.it, 26 marzo 2001
Una telecamera grande come una pillola che si inghiottisce con un sorso d’acqua. La nuova frontiera della gastroscopia è in via di sperimentazione all’Università Cattolica di Roma, dove è stata messo a punto una tecnica rivoluzionaria: una ”pillola” lunga un centimetro e mezzo, dal diametro di 7 millimetri e dal peso di 20 grammi che incorpora una piccolissima telecamera, una fonte di luce, una microbatteria e un’antenna
Una telecamera grande come una pillola che si inghiottisce con un sorso d’acqua. La nuova frontiera della gastroscopia è in via di sperimentazione all’Università Cattolica di Roma, dove è stata messo a punto una tecnica rivoluzionaria: una ”pillola” lunga un centimetro e mezzo, dal diametro di 7 millimetri e dal peso di 20 grammi che incorpora una piccolissima telecamera, una fonte di luce, una microbatteria e un’antenna. Attraversando lo stomaco e l’intestino tenue (dove resta circa quattro ore), la ”tele-pasticca” invia due immagini al secondo a un dispositivo che il paziente porta agganciato al fianco come un telefono cellulare. In questo modo sarebbero facilmente individuabili i primi sintomi di malattia dell’apparato digerente.