Paola Rocco, 26 marzo 2001
"Il ”Satyricon” di Petronio faceva sghignazzare le élite, fra l’altro, con una sacrilega caricatura di quei cristiani che in quei mesi erano il gruppo sociale più ferocemente perseguitato dal regime
"Il ”Satyricon” di Petronio faceva sghignazzare le élite, fra l’altro, con una sacrilega caricatura di quei cristiani che in quei mesi erano il gruppo sociale più ferocemente perseguitato dal regime... il ”Satyricon” aggiunse scherno nei confronti dei cristiani. Qualche esempio? Il passo in cui Trimalcione trasforma quel vizioso banchetto in una parodia dell’’ultima cena”, con l’unguento che – dichiara – preannuncia la sua prossima unzione funebre, è una clamorosa parodia dell’analogo episodio di Gesù e della Maddalena, nel Vangelo di Marco... E c’è infine l’episodio di Eumolpo che imbroglia facendo credere di lasciare un’immensa eredità a chi mangerà le sue carni. Ovvia caricatura dell’eucarestia. In quegli anni infatti i cristiani venivano accusati di celebrare orrendi riti di antropofagia e anche di aver sottratto dalla tomba il cadavere del loro Gesù... Va detto infine che la stima di Nerone procurò a Petronio l’odio di Tigellino che volle spazzar via il rivale con false accuse le quali – nella primavera del 66 – indussero Petronio al suicidio. Vittima del potere che aveva servito" (Antonio Socci).