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 2001  marzo 26 Lunedì calendario

"Le ultime notizie dal fronte della satira sono queste: mercoledì prossimo, in segno di riparazione, la Rai offrirà a Silvio Berlusconi uno spazio di replica dopo i noti fatti e misfatti

"Le ultime notizie dal fronte della satira sono queste: mercoledì prossimo, in segno di riparazione, la Rai offrirà a Silvio Berlusconi uno spazio di replica dopo i noti fatti e misfatti. Se Berlusconi rifiuterà l’invito, Raidue programmerà ancora Satyricon. Non quello di Luttazzi bensì quello di Federico Fellini, del 1969... Fellini-Satyricon, dicevamo, è una storia ambientata nella Roma imperiale. I due amici Encolpio e Ascilto sono disposti a tutto pur di soddisfare il proprio irrefrenabile desiderio di godere pienamente della loro giovane esistenza (elogio del consumismo e della Roma da bere contro il tetro moralismo catto-comunista). Dopo essersi contesi un bel giovanetto (la soubrette di turno), eccoli a cena da Trimalcione, un generoso ma volgare borghese... I due si imbarcano poi sulla nave dell’imperatore che viene ucciso (metafora complottistica di come in Italia il premier venga sempre fatto fuori). C’è persino un incontro con l’Ermafrodito (simbolo, forse, di quelle compagini politiche prive di attributi che oscillano da un polo all’altro). I piaceri dei sensi si mescolano infine con i presagi di morte e Ascilto fa una fine tragica. Amen. Il film si ispira, com’è noto, all’opera attribuita a Gaio Petronio, detto ”elegantiae arbiter” (così scrive Tacito, Annales, 16,18), signore del gusto, un Armani o un Ferrè dell’epoca, coevo di Caligola e Nerone, presso i quali avrebbe anche svolto una funzione di stilista. A essere onesti, non era facile allora né vestir bene né governare. Se a questo si aggiunge che Fellini non amava Berlusconi (è il Lombardoni di ”Ginger e Fred”) e non amava nemmeno la tv, si intuisce la perfidia della proposta. Il Satyricon, qualunque esso sia, resta uno straordinario réportage su una società piena di arricchiti, matrone mondane e lussuriose, scribacchini, parassiti, cospiratori. Ma perché vogliamo sempre farci conoscere?" (Aldo Grasso).