Paola Rocco, 26 marzo 2001
Nel Medioevo, in Lombardia si svolgeva ogni anno la festa dei buffoni: un giullare (in genere il più prestigioso tra quelli sulla piazza) veniva scelto in segreto per interpretare il vescovo
Nel Medioevo, in Lombardia si svolgeva ogni anno la festa dei buffoni: un giullare (in genere il più prestigioso tra quelli sulla piazza) veniva scelto in segreto per interpretare il vescovo. Il giullare, con sul volto una maschera che riproduceva in caricatura la faccia del vescovo, veniva accompagnato in pompa magna nella cattedrale e lì il prelato in persona gli offriva i propri paramenti sacri da indossare. Così rivestito, il buffone saliva sul pulpito e teneva un’omelia che ricalcava, ridicolizzandole, le prediche tenute dal sacerdote nel corso dell’anno. "Era una specie di processo sbeffeggiante all’operato della massima autorità. Il vescovo rischiava, tornando sul pulpito, di sentire tra la folla dei fedeli miagolii di risate represse a ogni parola che andasse dicendo... Si racconta che l’arcivescovo Guido di Brescia, dopo aver subìto la parodia da un grande giullare, non se la sentì più di salire sul pulpito e tentò di proibire che venisse ripresa l’anno seguente la festa dei buffoni".