Paola Rocco, 26 marzo 2001
"I giullari della parodia al vescovo, al podestà o al principe, rischiavano molto. Per questo entravano in città a festa già iniziata, nottetempo, ben protetti e mascherati, e velocissimi – ultimata la rappresentazione – venivano fatti uscire nascosti tra la folla dei villani
"I giullari della parodia al vescovo, al podestà o al principe, rischiavano molto. Per questo entravano in città a festa già iniziata, nottetempo, ben protetti e mascherati, e velocissimi – ultimata la rappresentazione – venivano fatti uscire nascosti tra la folla dei villani... Per questo, in queste occasioni, percepivano buone paghe: gli si pagava soprattutto il rischio".