Luciano De Crescenzo, Corriere della Sera 26/03/2001, 26 marzo 2001
«Quando io ero ragazzo l’immondizia si chiamava ”monnezza” e consisteva in un sacchettino che ogni mattina veniva ritirato direttamente a casa da un impiegato del comune, detto ”munnezzaro”
«Quando io ero ragazzo l’immondizia si chiamava ”monnezza” e consisteva in un sacchettino che ogni mattina veniva ritirato direttamente a casa da un impiegato del comune, detto ”munnezzaro”. Una famiglia normale come la mia (due genitori, due figli e una domestica) non andava oltre i duecento grammi e il pacchetto era costituito prevalentemente da bucce di ortaggi e di frutta. Questo anche perché esisteva l’abitudine di non buttar via mai niente. Mia madre aveva una scatola di cartone con su scritto ”spaghi troppo corti per essere usati”. Non si sa mai, possono sempre servire». (Luciano de Crescenzo)