29 marzo 2001
«Altri indicatori confermano questa ipotesi. Anzitutto l’atteggiamento cauto e quasi benevolo della stampa Usa: "Gli analisti americani - scrive il "Washingtono Post" - descrivono i Talebani come un ’movimento anti-moderno’ piuttosto che ’anti-occidentale’ e comunque, come dice il senatore repubblicano Hank Brown, ’fortemente anti-sovietico’ e ora anti-russo"
«Altri indicatori confermano questa ipotesi. Anzitutto l’atteggiamento cauto e quasi benevolo della stampa Usa: "Gli analisti americani - scrive il "Washingtono Post" - descrivono i Talebani come un ’movimento anti-moderno’ piuttosto che ’anti-occidentale’ e comunque, come dice il senatore repubblicano Hank Brown, ’fortemente anti-sovietico’ e ora anti-russo". La seconda sponda all’idea di un collegamento tra Washington e "studenti afghani" viene da un contratto multi-miliardario firmato appena 16 giorni dopo le prime conquiste dei Talebani. "Il 5 settembre ’95 - racconta "Le Figaro" di ieri - la prima città importante, quellla di Herat, è caduta in mano al movimento degli ’studenti del Corano’, nato l’anno prima. Il 21 ottobre, l’Unocal - la diciassettesima società petrolifera americana e uan delle cinquecento più grosse imprese Usa inserite nella classifica di Fortune - firma un contratto con il Turkmenistan". L’obiettivo è la costruzione di un gasdotto da tre miliardi di dollari per collegre attraverso l’Afghanistan i ricchi giacimenti del Mar