Daria Egidi, 29 marzo 2001
Sayed Rahmatullah Hashemi, un talebano di ventiquattro anni, in un’aula della University of California: «Noi non abbiamo niente contro i buddisti
Sayed Rahmatullah Hashemi, un talebano di ventiquattro anni, in un’aula della University of California: «Noi non abbiamo niente contro i buddisti. In Afghanistan ci sono altre religioni, ci sono gli induisti, c’è perfino un ebreo. Ma un giorno sono arrivati gli uomini dell’Unesco, svedesi o che so io (era un gruppo greco-francese), per restaurare i Buddha. E la gente di laggiù ha detto, perché non ci aiutate contro la fame e la miseria, perché non aiutate i nostri bambini che muoiono ogni giorno, invece? E quelli hanno detto loro che i soldi c’erano solo per le statue, per via delle sanzioni. Loro si sono incazzati. E hanno fatto saltare le statue. Io non dico che abbia senso far saltare le statue per ritorsione, ma nemmeno pretendere di salvare il nostro passato e fregarsene del nostro futuro. Il mese scorso settecento bambini afghani sono morti di fame. Ma tutti mi chiedete sempre di questi Buddha, mi fate girare la testa. Mi sa che se torno in Afghanistan li faccio saltare».