la repubblica, 29 marzo 2001
Il 14 dicembre 1949 il carabiniere scelto Orlando Notari si calò con la fune in una grotta dove trovò un cimitero della mafia
Il 14 dicembre 1949 il carabiniere scelto Orlando Notari si calò con la fune in una grotta dove trovò un cimitero della mafia. I familiari di Placido Rizzotto riconobbero i resti (tibia e perone) del sindacalista da un paio di scarponi trovati vicino. Antonino, fratello più piccolo di Placido: «Non vollero mai riconoscere ufficialmente come appartenenti a Placido quei poveri resti nonostante l’evidenza, i suoi scarponi lì vicino... Per i giudici della Corte di Assise così fu più facile assolvere Liggio e quegli altri: niente corpo del reato, niente reato». Le ossa non sono mai state restituite ai famigliari che avevano fatto istanza di richiesta, e Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista, ha chiesto l’aiuto dell’Antimafia per ritrovare i resti, reperto del processo numero 6007/63, che sono andati perduti in qualche tribunale.