Jean-Yves Frtign su l’Unit a pagina II del dossier del 28/03/01., 2 aprile 2001
Lettera scritta da Antonio Gramsci al Comitato Esecutivo del PC d’Italia (il 12 settembre 1923) per proporre la fondazione di un quotidiano da chiamare l’Unità: «Credo che sia molto utile e necessario, data la situazione attuale italiana, che il giornale sia compilato in modo da assicurare la sua esistenza legale per il più lungo tempo possibile
Lettera scritta da Antonio Gramsci al Comitato Esecutivo del PC d’Italia (il 12 settembre 1923) per proporre la fondazione di un quotidiano da chiamare l’Unità: «Credo che sia molto utile e necessario, data la situazione attuale italiana, che il giornale sia compilato in modo da assicurare la sua esistenza legale per il più lungo tempo possibile. Non solo quindi il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito, ma esso dovrà essere redatto in modo che la sua dipendenza di fatto dal nostro partito non appaia troppo chiaramente. Dovrà essere un giornale di sinistra, della sinistra operaia rimasta fedele al programma e alla tattica della lotta di classe, che pubblicherà gli atti, le discussioni del nostro partito. (...) Io propongo come titolo "l’Unità" puro e semplice, che avrà un significato per gli operai e avrà un significato più generale, perché credo che dopo la decisione dell’Esec. All. sul governo operaio e contadino noi dobbiamo dare importanza specialmente alla questione meridionale, cioè alla questione in cui il problema dei rapporti tra operai e contadini si pone non solo come un problema territoriale, cioè come uno degli aspetti della questione nazionale. Personalmente io credo che la parola d’ordine "governo operaio e contadino" debba essere adattata in Italia così: "Repubblica federale degli operai e contadini". Non so se il momento attuale sia favorevole a ciò, credo però che la situazione che il fascismo va creando e la politica corporativa e protezionistica dei confederali porterà il nostro partito a questa parola d’ordine. Se sarà utile, dopo qualche numero si potrà nel giornale iniziare una polemica con pseudonimi e vedere quali ripercussioni essa avrà nel paese e negli strati di sinistra dei popolari e dei democratici che rappresentano le tendenze reali della classe contadina e hanno sempre avuto nel loro programma la parola d’ordine dell’autonomia locale e del decentramento. Se voi accettate la proposta del titolo "l’Unità" lascerete il campo libero per la soluzione di questi problemi e il titolo sarà una garanzia contro le degenerazioni autonomistiche e contro i tentativi reazionari di dare interpretazioni tendenziose e poliziesche alle campagne che si potranno fare: io d’altronde credo che il regime dei Soviet, con il suo accentramento politico dato dal Partito Comunista e con la sua decentralizzazione amministrativa e la sua colonizzazione delle forze popolari locali, trovi un’ottima preparazione ideologica nella parola d’ordine Repubblica Federale degli operai e contadini. Saluti Comunisti».