Irene Bignardi su la Repubblica del 25/03/01 a pagina 35., 25 marzo 2001
Nel 1969 John Milius scrisse la sceneggiatura per un film ambientato lungo il corso di un fiume durante la guerra del Vietnam
Nel 1969 John Milius scrisse la sceneggiatura per un film ambientato lungo il corso di un fiume durante la guerra del Vietnam. Avrebbe dovuto girarlo a basso costo George Lucas. Francis Ford Coppola suggerì ai due di leggere il libro di Conrad, "Cuore di tenebra", e di inserire nella storia il personaggio di Kurtz, un bianco che vive come un sovrano in mezzo alla giungla. George Lucas cominciò a lavorare all’idea di "Guerre stellari" e Coppola riprese la sceneggiatura con l’idea di dirigere lui il film. Il primo marzo del ’76, una troupe enorme, Coppola e la sua famiglia (compresi i tre figli, la babysitter, i cuginetti e le domestiche) si trasferirono nelle Filippine per girare il film "Apocalipse Now", con il budget iniziale di 13 milioni di dollari. Il governo degli Stati Uniti negò ogni appoggio e Coppola fu costretto ad accordarsi con il presidente Marcos (che ogni tanto, in piena lavorazione, spediva i suoi elicotteri in qualche missione antiguerriglia). Gli attori furono reperiti con difficoltà: Steve McQueen, Al Pacino, James Caan, Robert Redford e Jack Nicholson non accettarono di prendere parte al film. Eleanor Coppola, moglie del regista, racconta che il marito in quell’occasione buttò dalla finestra i suoi Oscar, poi raccolti dai bambini. Alla fine Marlon Brando accettò la parte di Kurtz, Martin Sheen diventò l’ufficiale Willard e Robert Duvall il colonnello Kilgore. Durante le riprese, l’uragano Olga distrusse il set rovesciando più di un metro di pioggia in sei giorni e dopo due mesi di pausa Martin Sheen venne colpito da un attacco cardiaco. La troupe italiana faceva arrivare via cargo spaghetti, parmigiano e sugo di pomodoro; il compleanno di Coppola fu festeggiato con una torta alta qualche metro che riproduceva il set. Coppola chiese a Brando di girare un’altra volta un primo piano e l’attore, ormai fuori contratto, gli rispose che lo avrebbe fatto per 65.000 dollari. Quando Coppola implorò: «E’ solo una battuta, per favore», Brando rispose: «Non faccio favori da 65.000 dollari». In un anno e mezzo di lavorazione, i costi arrivarono a più di trenta milioni di dollari, di cui diciotto sborsati direttamente dal regista: «Credevo di fare un film di guerra e a poco a poco il film si è fatto da sé. Era la giungla a girarlo, era la nostra follia che a poco a poco ci prendeva tutti, era la paura. Avevo segnato ben duecento realtà diverse che poi sono riuscito a mettere nel film: i soldati drogati, i neri messi in testa alle operazioni di guerra, la vita ricca degli ufficiali, i soldati di sedici anni, i massacri come quelli di Mi Lai, tutto... Il viaggio fisico lungo il fiume è diventato un viaggio mentale, una ricerca sulle contraddizioni nei concetti di moralità, di bene e di male, di verità e ipocrisia».