Carmelo Bene su La Stampa del 30/03/01 a pagina 26., 30 marzo 2001
"Non mi interessa il calcio, non mi interessano i calciatori. Manovali della sfera condannati al ludibrio della mutanda
"Non mi interessa il calcio, non mi interessano i calciatori. Manovali della sfera condannati al ludibrio della mutanda. Così come non m’interessa il teatro e meno che mai gli attori. Abbaianti lacchè di una vita doppiamente simulata. La mia disattenzione m’induce a curiosare nel video sempre acceso e dunque sempre spento, giorno e notte. Aspetto che accada qualcosa. Ma non accade più niente. Rinuncerei a qualunque artista presente e passato in cambio delle vita di Van Basten in campo. Il mio invulnerabile, vulnerabilissimo Achille. Una beffa degli dèi omerici. Se mi sento molto più stanco oggi, molto più vecchio, è al pensiero che uno come lui non ci sarà più. Me la sento addosso la mancanza. E’ solo questa la mia stanchezza...Perché ho bisogno di miti, io. E non c’è più Van Basten. Restano tutti gli altri. Gli arbitri che non hanno saputo proteggere i petali che aveva al posto delle caviglie. Tutti i cani arrabbiati che lo hanno sbranato per invidia. Teniamoci quelli, ora. Teniamoci lo sport di oggi. Il calcio di oggi. Apoteosi del rimpallo, della casualità, del gregariato. Gli allenatori che infestano le panchine. Strapagati per umiliare il calcio, il nuovo bovarismo di chi delira d’aver inventato il pallone, dove tutto è elucubrazione tattica, mortificazione del soggetto, bavaglio dell’estro, cioè fatti allucinatori. E mai, mai nessuno che ne invochi l’interdizione psichiatrica. Si limitano a licenziarli. Troppo poco. Troppo facile" (Carmelo Bene).