4 aprile 2001
La via che perseguono quelli che abbiamo definito gli "antiprivatizzatori" è infatti questa: o un nocciolo duro costituito dalle banche oppure un azionariato diffuso, cioé lo sparpagliamento in mezzo al pubblico del capitale in milioni di quote insignificanti (metodo Eni)
La via che perseguono quelli che abbiamo definito gli "antiprivatizzatori" è infatti questa: o un nocciolo duro costituito dalle banche oppure un azionariato diffuso, cioé lo sparpagliamento in mezzo al pubblico del capitale in milioni di quote insignificanti (metodo Eni). I privatizzatori sostengono che queste due strade portano a false privatizzazioni. Il "nocciolo" duro non potrebbe essere costituito che da banche a capitale pubblico. Dunque, sarebbe una falsa vendita. L’azionariato diffuso, all’apparenza democratico (è quello a cui puntano i sindacati e Rifondazione), lascerebbe intatto l’attuale management. Questo management dirige l’Iri e le sue aziende dai tempi della Dc e del Psi ed è fortemente sensibile ai desideri dei partiti: Pascale, in particolare, viene assegnato in quota An (anche se lui nega).