4 aprile 2001
Il braccio di ferro tra privatizzatori e antiprivatizzatori passa all’interno del governo. Schematicamente: Palazzo Chigi sta con gli antiprivatizzatori, il ministero del Tesoro con i privatizzatori
Il braccio di ferro tra privatizzatori e antiprivatizzatori passa all’interno del governo. Schematicamente: Palazzo Chigi sta con gli antiprivatizzatori, il ministero del Tesoro con i privatizzatori. Prodi è stato presidente dell’Iri per molti anni, il suo sottosegretario Micheli è direttore generale dell’istituto in aspettativa. Schierati dalla loro parte, Rifondazione comunista e i sindacati. I privatizzatori stanno al ministero del Tesoro: Ciampi, il suo sottosegretario Filippo Cavazzuti e il direttore generale Mario Draghi. L’idea di togliere Stet, Autostrade e Finmeccanica all’Iri e di assegnarle al Tesoro per una vendita senza impacci è di Draghi. Prodi, quando la faccenda è venuta fuori, ha detto che si trattava di "idee, appunti presi tanto tempo fa". Micheli ha semplicemente fatto capire che quel progetto non esiste. Dietro a Ciampi, Cavazzuti e Draghi sta D’Alema con il Pds. Le posizioni del Polo sono più vicine a quelle di D’Alema che a quelle di Prodi. Fini ha annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti al disegno di legge Maccanico (erano seimila): se quel disegno andrà avanti a questo punto sarà solo colpa di Prodi e di Rifondazione.