4 aprile 2001
Alberto Pinna, sul "Corriere della Sera" del 1° novembre 1996 (venerdì scorso): «Aosta. L’inchiesta Phoney Money si abbatte su Stet e Guardia di Finanza nell’imminenza di passaggi cruciali - privatizzazioni, cambi ai vertici - e colpisce l’amministratore delegato Ernesto Pascale e il generale Nicolò Pollari, Capo di Stato Maggiore
Alberto Pinna, sul "Corriere della Sera" del 1° novembre 1996 (venerdì scorso): «Aosta. L’inchiesta Phoney Money si abbatte su Stet e Guardia di Finanza nell’imminenza di passaggi cruciali - privatizzazioni, cambi ai vertici - e colpisce l’amministratore delegato Ernesto Pascale e il generale Nicolò Pollari, Capo di Stato Maggiore. Due avvisi di garanzia, perquisizioniin uffici e abitazioni: Pascale è sospettato di aver fatto parte dell’organizzazione segreta che tramava per condizionare le nomine ad alto livello negli apparati dello Stato; Pollari di favoreggiamento [...] A coinvolgere l’amministratore delegato della Stet (fatturato consolidato di 37 mila miliardi, utile di 2.500 miliardi) è stato probabilmente il non del tutto chiaro legame con Enzo De Chiara, amico del presidente Clinton e uomo di fiducia (per non meglio precisati "affari internazionali") dell’Amministrazione americana. De Chiara è risultato consulente delle Ferrovie dello Stato. Una coincidenza ritenuta non casuale dalla Procura di Aosta, emersa lo scorso maggio. Quasi certamente Pascale è stato chiamato a confermarla dal sostituto Monti come "persona informata dei fatti", come pure non devono essere sfuggiti al magistrato i risvolti di un brusco ridimensionamento del potente amministratore delegato, confermato, smentito e poi ancora confermato nel giugno scorso. A Pascale, fra l’altro era stato sottratto - con neanche troppo sottinteso riferimento al "caso De Chiara" - il potere di firmare contratti di collaborazione eccedenti i 200 milioni».