Pietro M. Trivelli su Il Messaggero del 4/04/01 a pagina 21., 4 aprile 2001
Ippocrate sosteneva che la milza servisse ad assorbire l’acqua. Secondo Platone svolgeva una funzione depurativa, Aristotele la considerava un secondo fegato; per il medico greco Erasistrato (terzo secolo avanti Cristo), invece, la milza non serviva a niente
Ippocrate sosteneva che la milza servisse ad assorbire l’acqua. Secondo Platone svolgeva una funzione depurativa, Aristotele la considerava un secondo fegato; per il medico greco Erasistrato (terzo secolo avanti Cristo), invece, la milza non serviva a niente. Persio, nelle sue satire, sosteneva che la milza producesse allegria; Plinio il Vecchio associava il riso agli effetti di una milza troppo grande (che, una volta asportata, avrebbe sprofondato l’uomo nell’umor nero). Nel secondo secolo dopo Cristo, Galeno individuò nella milza il ricettacolo della "bile nera", in greco "mélas cholé" (da cui il termine "melancolia") e ipotizzò un nesso tra il colore nero-violaceo di quest’organo e la sindrome malinconico-depressiva. Jean Baptiste Van Helmont, medico e chimico belga del ’600, affermava che la milza facesse lavorare il cervello, inviandogli impulsi che stimolavano l’attività psichica. Nel 1621 un prete anglicano, Robert Burton, scrisse un sommario in distici di un trattato sull’anatomia della malinconia: "Tutte le mie pene sono follia / Nessuna maledetta quanto la melanconia". La parola "spleen", resa celebre dalla poesia di Baudelaire, deriva dal nome greco della milza "splén" (in latino "splene"). Lo spleen fu definito la "malattia inglese": nel 1713 l’autorevole periodico "Spectator" scrisse che la malinconia era come un demone che infestava l’isola sotto forma di vento di levante. Nel 1722 il medico londinese William Stukely presentò una relazione sulla milza al Royal College of Physicians, rivelando che i cani cui era stata tolta correvano meglio. Anche questa tesi risale all’antichità: i Greci credevano che, tolta la milza, si corresse più velocemente. Plinio raccontava di atleti corridori che si facevano asportare la milza con un ferro rovente. Nella Bibbia (Primo Libro dei Re) si racconta che, mentre David stava morendo, il suo quarto figlio Adonia cercò di salire al trono prima di Salomone, servendosi di cinquanta uomini privi di milza. Ancora nel ’500, i medici prestavano ascolto ai resoconti di araldi turchi che si facevano togliere la milza per essere più veloci. «Fino agli ultimi trent’anni nessuno ha mai compreso tutte le molteplici funzioni della milza»: così Sherwin Nuland, autore del recente libro "I misteri del corpo" (Mondadori). Tra l’altro, il nome Sherwin deriva dall’espressione inglese "shearing the wind", che significa fendere il vento, correre velocemente.