Gabriella Gallozzi su l’Unit del 30/03/01 a pagina 30., 30 marzo 2001
Tagli dovuti alla censura nei film italiani: un prete che si gratta il naso ("Accattone"). Totò che recita il rosario: «Assia Noris ora pro nobis
Tagli dovuti alla censura nei film italiani: un prete che si gratta il naso ("Accattone"). Totò che recita il rosario: «Assia Noris ora pro nobis. Doris Day ora pro nobis...» ("Il monaco di Monza"). Celentano ammazzato dai fan con un coltello lanciato sull’immagine di Cristo ("Geppo il folle"). Per "Accattone" (accusato di vilipendio e tagliato dodici volte) fu inventato il divieto ai minori di 18 anni. Alla prima del film, nel ’61, al cinema Barberini, il pubblico lanciò finocchi contro lo schermo. Pier Paolo Pasolini fu accusato di vilipendio anche per "La Ricotta": la censura religiosa impose una serie di tagli, tra cui quello alla «scorretta eiaculazione di Stracci davanti alla Maddalena». Anche i film di Fellini rischiarono di subire la censura religiosa. Tatti Sanguineti, studioso di cinema: «"Le notti di Cabiria" ha subito un vero e proprio martirio. Al punto che per uscirne Fellini ha dovuto intraprendere un’estenuante trattativa col Vaticano. La Chiesa non poteva perdonargli le immagini realistiche della processione al Divino Amore, in cui si vedevano le donne in preda ad autentici deliri mistici. Mentre al sindaco di Roma, Rebecchini, non andava giù l’idea di vedere la sua città in balia delle prostitute. Risultato: Fellini scelse la strada dell’autocensura e vinse l’Oscar. A quel punto il suo carisma internazionale era tale da essere inattaccabile. Anche da parte dei nostri censori». I film di Luis Bunuel, invece, non furono censurati, ma riscritti da drammaturghi cattolici come Diego Fabbri: «In questo modo la nostra censura è riuscita a far apparire Bunuel come gran credente».