Marianna Aprile, 4 aprile 2001
In Italia gli inceneritori di rifiuti urbani attivi sono almeno quaranta, in grado di trattare ogni anno quasi due milioni di tonnellate di rifiuti
In Italia gli inceneritori di rifiuti urbani attivi sono almeno quaranta, in grado di trattare ogni anno quasi due milioni di tonnellate di rifiuti. Due terzi degli inceneritori si trovano nel nord Italia e almeno venti sono in grado a recuperare l’energia che si libera dalla combustione dei rifiuti (ma, per legge, gli impianti costruiti dopo il 1999 devono essere in grado di farlo). Ogni inceneritore varia per capacità di trattamento (da una a trenta tonnellate di immondizia all’ora), sistema di combustione, tecnologie per il trattamento dei fumi. Nei prossimi mesi dovranno essere costruiti altri sei impianti, tra cui quelli di terni e Cisterna di Latina. le popolazioni locali, tuttavia, si oppongono alla costruzione di questi nuovi impianti. I fumi che escono dai camini degli inceneritori possono infatti contenere centinaia di composti diversi: solidi, ovvero polveri respirabili di diametro inferiore ai due micron, responsabili di alcune malattie dell’apparato respiratorio; gassosi. I composti più rischiosi sono il cloruro e il fluoruro di idrogeno, il biossido di zolfo, il monossido e il biossido di azoto e le diossine (cancerogene per l’uomo). La quantità e la natura di queste sostanze varia a seconda dei rifiuti che vengono bruciati, delle caratteristiche tecniche dell’impianto che li brucia e del sistema di trattamento dei fumi.