Maria Latella sul Corriere della Sera del 05/04/01 a pagina 10., 5 aprile 2001
Tra i piatti del menu preparato da Gianfranco Vissani per una cena elettorale di Francesco Rutelli, c’è la zuppa di caffè tostato con foie gras e aglio
Tra i piatti del menu preparato da Gianfranco Vissani per una cena elettorale di Francesco Rutelli, c’è la zuppa di caffè tostato con foie gras e aglio. Maria Latella: «La sola presenza dell’aglio nella zuppa avrebbe connotato in senso ulivista la piacevole serata, giacché mai Silvio Berlusconi siederebbe a un desco olezzante d’aglio. Non è così?». Vissani: «Ci fosse Berlusconi, la mangerebbe pure lui la zuppa all’aglio. Ogni chef c’ha il suo menù, uno può mica stare a pensare questo non mangia il riso, quest’altro odia i piselli... Eppoi, gliel’assicuro, con me Berlusconi mangia anche l’aglio. C’è una stima reciproca». «E come fa a saperlo?» «Eeehh, sento le voci». «Ohè, io so’ un professionista. Se mi chiamano, vado». «Con Rutelli siamo amici, ci conosciamo bene. Cosa vuole, la gastronomia unisce, anche in politica. Ho fatto un dolce pure per Pecoraro Scanio. la tavola addolcisce. Dov’è che si conquista una donna? A tavola, no? La prima volta mica la porto al cinema a fa’ la mano morta, la porto a cena». «Come faccio a dire se vincerà Rutelli? Me fa una domanda da un miliardo. Nun lo so, mica faccio il sondaggista. Quello che posso dire è che attraverso il gusto di un politico si capisce pure la sua storia, il suo carattere. D’Alema, per esempio, è più portato per il pesce, apprezza i sapori delicati». «Velardi ha alle spalle una delle più grandi culture gastronomiche, la cucina di Federico II di Borbone... Una volta gli ho fatto ’o ragù d’o portiere: si prende la testa del filetto, o la fracosta, e la si cuoce per tre o quattro ore. Si chiama così perché era il pranzo dei portieri, non avevano niente da fare e rigiravano il ragù per ore. Amato invece ama i sapori forti...». «Ho fatto sette-otto pranzi per lui, a palazzo Chigi e nun l’ha saputo nessuno. Io dico che è un grande presidente. Viene da una tradizione rigida, Amato, gli piacciono i sapori netti». «La pubblicità che ho avuto non mi ha danneggiato, in tv c’ho il mio pubblico che mi segue... Se uno è un professionista è un professionista. Con qualunque colore».