ìIl Messaggeroî 2/4/2001, 2 aprile 2001
"Nel 1996 nella città siberiana di Kemerovo un uomo fu arrestato dopo aver ucciso e tagliato a pezzi un suo amico e aver usato la carne per un ripieno di ravioli
"Nel 1996 nella città siberiana di Kemerovo un uomo fu arrestato dopo aver ucciso e tagliato a pezzi un suo amico e aver usato la carne per un ripieno di ravioli. Nikolai Dzhurmongaliev usò almeno 47 donne - era sospettato di averne uccise un centinaio - per preparare cenette etniche per i suoi ospiti nella repubblica russa di Kyargystan. Piuttosto diffusa tra le mura delle carceri e tra gli alcolizzati la moda di uccidere e cucinarsi compagni di cella. In un caso un ragazzo di 24 anni dopo aver strangolato la sua vittima gli estrasse il fegato tagliandolo con un pezzo di vetro. Ritrovarono parte dell’organo, bollito, dentro una tazza. Un altro carcerato cucinò carne umana su una piastra. Due ubriachi uccisero un loro amico di bevute e fecero cucinare alle loro madri i tagli scelti. Gli scarti furono venduti in strada. ”Lo abbiamo fatto per risparmiare” dissero durante il processo. A Berezniki un omicida si mise a vendere carne umana in cambio di vodka. Il 3 luglio del 1997 la Corte suprema della repubblica autonoma di Chuvash condannò il 38enne Vladimir Nikolayev per aver mangiato due persone. Dieci anni prima nella sua abitazione la polizia aveva trovato resti umani arrostiti in una padella su una stufa e sotto la neve del suo terrazzo altri corpi congelati pronti per essere consumati. Convinto di ripulire la Russia dalla povertà, il 27enne Sasha Spesivtsev uccise 19 bambini senza tetto che furono cucinati da un mercante d da sua madre. Infine a San Pietroburgo il cannibale Ilshat Kuzikov adorava marinare con la cipolla i pezzi scelti di carne umana. Quando la polizia irruppe nella sua casa trovò bottiglie piene di sangue umano e orecchie seccate penzolanti dal muro, scorte fondamentali per affrontare l’inverno" (’Il Messaggero” 2/4/2001).