Enrico Singer sulla "Stampa" dell’11/04/2001 a pagina 12., 11 aprile 2001
In Olanda, lo scorso anno, sono stati censiti 2650 casi di eutanasia. Quasi il due per cento di tutti i decessi avvenuti nel Paese, che tollerava la "dolce morte" già negli anni Settanta ma nel 1993 l’aveva regolamentata per legge e ora l’ha definitivamente legalizzata
In Olanda, lo scorso anno, sono stati censiti 2650 casi di eutanasia. Quasi il due per cento di tutti i decessi avvenuti nel Paese, che tollerava la "dolce morte" già negli anni Settanta ma nel 1993 l’aveva regolamentata per legge e ora l’ha definitivamente legalizzata. Prima, per ogni caso denunciato, la magistratura era tenuta ad aprire un inchiesta (verificando che il medico avesse rispettato 28 condizioni tra cui la volontà del malato e il dolore insopportabile), adesso i giudici indagheranno solo su richiesta, o nel caso di sospetti di irregolarità. Un limite confermato dalla legge è che l’eutanasia deve riguardare esclusivamente i cittadini olandesi, per evitare un "turismo della morte" o idee come quella di un medico australiano che intendeva affittare una nave olandese per trasformarla in "battello della morte". Secondo i sondaggi due terzi della popolazione sono contenti delle nuove norme, nel giorno del voto al Senato, tuttavia, seimila olandesi hanno manifestato urlando "De mens vikt, God beschikt" ("l’uomo agisce, Dio decide"). La deputata liberale Hélène Dupuis, docente di bioetica, è convinta che sia meglio regolare per legge situazioni che esistono "piuttosto che lasciarle nel limbo ipocrità di una illegalità che comunque non le impedisce". La prima vicenda di eutanasia in Olanda ebbe come protagonista la dottoressa Geertruida Posta, che uccise con due iniezioni (una di morfina, una di curaro) la madre paralizzata che ogni giorno la supplicava di farla morire (era il 1971).