Claudio Sabelli Fioretti su Sette del 12/04/01 a pagina 96-103., 12 aprile 2001
La conduttrice Gabriella Carlucci: «Io e le mie sorelle avevamo il sacro terrore di mio padre. era dolcissimo, però sapeva essere molto duro
La conduttrice Gabriella Carlucci: «Io e le mie sorelle avevamo il sacro terrore di mio padre. era dolcissimo, però sapeva essere molto duro. La punizione più grave era quando non ci rivolgeva la parola. La sofferenza più grande. Non ci guardava in faccia anche per mesi. Per infrazioni leggere, invece, erano cinghiate sulle gambe. Mia madre usava il battipanni. Quando non mettevamo a posto i giocattoli, ce li buttava dalla finestra. oppure niente Tv, niente uscite da casa». «IO ero una peste. Non volevo mai mettere la canottiera di lana. Uscivo con la canottiera e al primo portone me la levavo. ero la peggiore delle tre. milly era un faro di virtù. Un mostro di bravura. Obbediente, perfetta, un modello. Un po’ la invidiavo. Lei non prendeva mai cinghiate». «I miei non ci facevano uscire. E mai dopo cena. Un anno, a Pescasseroli, io e Milly eravamo state state invitate alla festa di Capodanno. Mio padre ci disse: va bene, andate, ma tornate prima di Mezzanotte. Noi gli facemmo notare che a Mezzanotte c’era il brindisi. Niente da fare. Tornammo all’una: fu l’unica volta che Milly le prese di santa ragione. Io mi nascosi sotto la sua pelliccia, ma qualche calcio mi arrivò lo stesso». Milly e Gabriella Carlucci, terrorizzate dal padre («Era dolcissimo, ma sapeva essere molto duro»), punite con cinghiate sulle gambe «per infrazioni leggere», avevano il divieto assoluto di uscire la sera. Autorizzate a recarsi a una festa di Capodanno con l’obbligo di tornare prima di mezzanotte, tornarono all’una e le presero di santa ragione: «Io mi nascosi sotto la sua pelliccia, ma qualche calcio mi arrivò lo stesso» (Gabriella Carlucci) (versione su Amica).