Brunella Giovara su La Stampa del 19/04/01 a pagina 12, 19 aprile 2001
«Nella geografia dell’universo concentrazionario Theresienstadt aveva un ruolo particolare. I prigionieri non venivano sterminati come ad Auschwitz o a Dachau, ma venivano appunto "concentrati" prima di essere destinati ai campi di sterminio o di finire in qualche carcere del Reich
«Nella geografia dell’universo concentrazionario Theresienstadt aveva un ruolo particolare. I prigionieri non venivano sterminati come ad Auschwitz o a Dachau, ma venivano appunto "concentrati" prima di essere destinati ai campi di sterminio o di finire in qualche carcere del Reich. Da Theresienstadt, con un po’ di fortuna, si riusciva anche a salvarsi: era considerato un campo "modello», spesso la Croce Rossa o altre organizzazioni umanitarie venivano a visitarlo, era, in sostanza, il biglietto di presentazione, davanti agli osservatori internazionali, di come i tedeschi trattavano i prigionieri. In realtà, tra una visita ufficiale e l’altra, succedevano le stesse cose che altrove. Quasi tremila persone vi trovarono la morte».