Laura Lilli su la Repubblica del 19/04/01 a pagina 45., 19 aprile 2001
Prima del 1880 gli italiani negli Stati Uniti erano ufficialmente quattromila, concentrati fra New York e New Orleans, mentre negli anni compresi tra il 1880 e il 1920 furono quasi cinque milioni gli italiani che emigrarono negli Stati Uniti
Prima del 1880 gli italiani negli Stati Uniti erano ufficialmente quattromila, concentrati fra New York e New Orleans, mentre negli anni compresi tra il 1880 e il 1920 furono quasi cinque milioni gli italiani che emigrarono negli Stati Uniti. Fra Settecento e Ottocento negli Usa si aggiravano numerosi preti italiani, sia per convertire i pellerossa che come patrioti. Nel periodo del Risorgimento italiano, New York fu il centro dell’organizzazione mazziniana e nel 1849 vi fu fondato un giornale italiano. Garibaldi lavorò per qualche tempo a Staten Island nella fabbrica di candele di Antonio Meucci, l’inventore del telefono, e il marchese Orazio de Attellis fu un eroe dell’indipendenza del Texas. Filippo Mazzei fu il consigliere più fidato di Jefferson quando questi scrisse la costituzione della Virginia. Nel 1805 Lorenzo da Ponte, librettista di Mozart, andò a New York per sfuggire ai debiti con le corti europee e fece conoscere la musica lirica italiana negli Stati Uniti. Erano molto conosciuti gli scritti di Gaetano Filangieri e Benjamin Franklin parlava e leggeva l’italiano. Edgard Allan Poe in un articolo disquisì sui "Sepolcri" di Foscolo. L’italiano Charles Angelo Siringo scrisse il primo best seller dell’epopea western e fu la suora genovese - americana Angela Blandina a raccogliere in Arizona l’ultima confessione di Billy the Kid.