Cecilia Gentile su la Repubblica del 7/3/2001 a pagina III della Cronaca di Roma; anche R.R. su La Stampa del 17/04/01 a pagina 10; anche Il Sole 24-Ore del 17/04/01 a pagina 11; anche Antonio Cianciullo su la Repubblica del 12/04/01 a pagina 2., 7 marzo 2001
Nell’aprile dello scorso anno, la procura di Roma iscrive nel registro degli indagati "per getto pericoloso di cose" i responsabili di Radio Vaticana, tra cui il direttore generale Pasquale Borgomeo
Nell’aprile dello scorso anno, la procura di Roma iscrive nel registro degli indagati "per getto pericoloso di cose" i responsabili di Radio Vaticana, tra cui il direttore generale Pasquale Borgomeo. Motivo: i ripetitori della radio inquinano tre volte più di quanto sia consentito dalla legge (sei volt per metro quadrato). Una anno dopo, la Santa Sede dichiara di non riconoscere "la giurisdizione italiana sul caso" e rifiuta la citazione a giudizio emessa contro i responsabili di Radio Vaticaana. Il 16 marzo il ministro dell’ambiente Willer Bordon fa sapere che se entro quindici giorni l’emittente vaticana non si metterà in regola con i limiti previsti dalla legge, farà togliere l’elettricità alla radio. Il Consiglio dei ministri proroga il termine al 16 aprile. Qualche giorno dopo, i dirigenti della radio fanno sapere che dal primo febbraio hanno dimezzato la potenza delle onde medie. Il 16 aprile, Radio Vaticana dimezza anche gli orari delle trasmissioni (da quattordici a sette) per contenere le proprie emissioni di onde medie. Padre Federico Lombardi direttore dei programmi di Radio Vaticana: "Non è detto che tutti quelli chi ci ascoltavano riusciranno ad ascoltarci ancora. In Italia e nei Paesi dell’Europa Occidentale, abbiamo arricchito la programmazione su onde corte. Per l’Asia e l’America Latina, abbiamo ridotto le emissioni verso le zone più coperte dalle "ritrasmissioni" che le emittenti locali fanno dei nostri programmi".