Roberto Beretta su Avvenire del 19/04/01 a pagina 23., 19 aprile 2001
In alcune tribù sioux l’orso veniva assimilato al guerriero nemico. Ogni esemplare ucciso valeva quanto un avversario vinto in battaglia, chi lo abbatteva ne acquistava le qualità
In alcune tribù sioux l’orso veniva assimilato al guerriero nemico. Ogni esemplare ucciso valeva quanto un avversario vinto in battaglia, chi lo abbatteva ne acquistava le qualità. In altre tribù, invece, chi uccideva un orso doveva farsi perdonare attraverso una "commedia del’innocenza" rituale a cui partecipava tutto il villaggio. Nella Bibbia, l’orso è ricordato per forza, ferocia, astuzia; talvolta è paragonato a Dio. In Clemente Alessandrino simboleggia i pagani «immondi e selvaggi», per Ugo di San Vittore è il demonio insidioso, a Rabano Mauro ricorda la violenza del potere. Nel Medioevo il culto dell’orso si diffuse tra i Celti e i Germani: il nome di re Artù, ad esempio, viene da «arctos», che significa orso in greco.