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 2001  aprile 26 Giovedì calendario

Non si riesce a capire quanti occupati ha perso l’Italia nel periodo 1992-1995 (la cifra oscilla tra 600

Non si riesce a capire quanti occupati ha perso l’Italia nel periodo 1992-1995 (la cifra oscilla tra 600.000 e 1.300.000 unità). Il professor Luciano Gallino sulla ”Stampa” del 3 settembre: «Tra il 1992, anno della prima durissima legge finanziaria, e il 1995, l’occupazione rilevata in Italia si è ridotta di un milione e 300 mila unità». Una cifra «che va giudicata enorme» e che Gallino attribuisce allo sforzo per entrare nell’Unione monetaria europea. Replica il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, sempre sulla ”Stampa”, l’8 settembre : «Il confronto è inficiato da una disomogeneità statistica»: «nell’autunno del ’92 l’Istat ha apportato una serie di modifiche che hanno causato, in quell’anno, una frattura nella serie. Un confronto oggettivo può partire solo dalla rilevazione di ottobre 1992. A quella data risultavano essere 20.702.000. Nell’ottobre del 1995 essi si erano ridotti a 20.086.000, per situarsi a 20.125.000 nell’ottobre del 1997. La riduzione che ne risulta, circa 600.000 mila unità - pur rilevante - è inferiore alla metà di quella segnalata dal professor Gallino». Controreplica di Luciano Gallino sulla ”Stampa” 9 settembre: «Ci si potrebbe chiedere come mai il ministro giunga a una stima inferiore alla metà di quella da me segnata (...) La media degli occupati del 1991 risultava di 21.590.000 unità, mentre la media del ’95 scende a 20.010.000. Se ne ricava che negli anni 1992-1995 scompaiono dalle rilevazioni Istat poco meno di 1.600.000 unità lavorative. Ma poiché all’inizio del 1993 l’Istat ha elevato da 14 a 15 anni l’età in cui un individuo può formalmente rientrare tra le forze di lavoro bisogna diminuire di circa 300.000 unità il dato del ’91 (...) Si arriva in tal modo alla stima di 1.300.000 da me formulata nell’articolo da cui ha preso lo spunto l’intervento del ministro Ciampi». Sulla ”Stampa” dell’11 settembre Donato Speroni, responsabile comunicazione e immagine Istat, dà ragione a Ciampi stimando in 600.000 unità la perdita di posti di lavoro dal 1992 al 1995. Gallino replica affidandosi alla relazione del governatore della Banca d’Italia per l’esercizio ’93: «Rispetto alla metà del 1991, la perdita accumulata di occupati al gennaio del 1994 (...) è di circa 800.000 persone nel Centro-Nord, di 450.000 nel Sud. In totale la riduzione del numero degli occupati è stata dunque, nei soli ’92 e ’93 di ben un milione 250 mila unità». Conclude Gallino: «Se fosse davvero impossibile confrontare le stime dell’occupazione effettuate prima dell’ottobre 1992 con quelle effettuate dopo, dovremmo concludere che è impossibile fare qualsiasi ragionamento sulla dinamica dell’occupazione in Italia nell’ultimo decennio».