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 1998  marzo 27 Venerdì calendario

Scipionyx Samniticus, ”il primo dinosauro italiano” (’Scipio” da Scipione Breislak, primo scopritore, nel 1798, dell’area fossile di Pietraroia, vicino Benevento; ”onyx”, artiglio, per le tipiche zampe con cui il bipede carnivoro afferrava la preda; ”Samniticus” da Sannio, il nome latino della regione di Benevento e Pietraroia; i dilettanti che lo scoprirono in Campania lo chiamavano ”Ciro”, gli studiosi milanesi che l’hanno restaurato ”Ambrogio”), è lungo 23,7 centimetri (da adulto non avrebbe superato il metro e mezzo per 15-20 chilogrammi di peso) e sembra un lucertolone obeso

Scipionyx Samniticus, ”il primo dinosauro italiano” (’Scipio” da Scipione Breislak, primo scopritore, nel 1798, dell’area fossile di Pietraroia, vicino Benevento; ”onyx”, artiglio, per le tipiche zampe con cui il bipede carnivoro afferrava la preda; ”Samniticus” da Sannio, il nome latino della regione di Benevento e Pietraroia; i dilettanti che lo scoprirono in Campania lo chiamavano ”Ciro”, gli studiosi milanesi che l’hanno restaurato ”Ambrogio”), è lungo 23,7 centimetri (da adulto non avrebbe superato il metro e mezzo per 15-20 chilogrammi di peso) e sembra un lucertolone obeso. Nato 113 milioni di anni fa, nel Cretacico inferiore, in un isolotto del mar Tetide dal clima tropicale (tipo le Bahamas di oggi), visse solo poche settimane e morì ancora cucciolo (lo si capisce dalla testa, molto grande rispetto al corpo, dagli occhi, enormi, dal muso, corto, dallo scheletro, incompletamente ossificato): uscito dal nido in cerca di cibo (insetti o piccoli animali, le grosse prede sarebbero venute dopo) fu travolto da un torrente d’acqua, trascinato in fondo a una laguna e lì seppellito. Lontano parente del velociraptor (quello di Jurassic Park), carnivoro, aveva i denti superiori più sviluppati degli inferiori, in particolare il quarto molare, eccezionalmente lungo. Secondo i paleontologi di tutto il mondo è uno dei più importanti vertebrati fossili scoperti, l’unico dinosauro del quale siano visibili i resti degli organi interni: intestini ben conservati, muscoli caudofemorali (quelli della coda) ben visibili, anelli cartilaginei della trachea in ottimo stato, «per non parlare delle unghie, che ancora ricoprono la parte ossea degli artigli, e di quella macchia rossastra in mezzo alle zampe» (per gli studiosi questa macchia indica i resti del fegato: lo indicherebbero l’ematite di cui è costituita, un minerale di ferro che potrebbe derivare da un forte accumulo di sangue «perché il fegato, per chi non lo sapesse, è un organo molto irrorato»).