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 1998  marzo 27 Venerdì calendario

Il ritrovamento. Giovanni Todesco e la moglie Giovanna, marito e moglie di San Giovanni Ilarione (Verona), paleontologi dilettanti, in un pomeriggio d’inverno del 1980 si aggiravano per il massiccio del Matese

Il ritrovamento. Giovanni Todesco e la moglie Giovanna, marito e moglie di San Giovanni Ilarione (Verona), paleontologi dilettanti, in un pomeriggio d’inverno del 1980 si aggiravano per il massiccio del Matese. Giunti nell’area fossile di Pietraroja, all’epoca utilizzata come discarica e cava per pietre, raccolsero un pezzo di lastra e videro che dentro c’era qualcosa: «Non era come i ”libri” delle nostre parti, che si spaccano e si aprono in due parti simmetriche. Ricordo che allora la presenza del fossile si vedeva solo in sezione. Per questo ci siamo portati il pezzo a casa. Con pazienza e con alcune ore di lavoro io e mia moglie siamo riusciti a tirar fuori quell’animale strano». Per anni non capirono l’importanza di quell’essere che presero a chiamare Ciro, o anche ”cagnino”, «per via dei denti». Pensavano fosse un uccello primitivo. Così fino al ’93 quando, vedendo Jurassic Park, notarono la somiglianza tra i velociraptor protagonisti del film ed il loro Ciro. Presi dai dubbi, chiamarono l’amico Teruzzi del Museo di Scienze naturali di Milano: «Una scena memorabile. Lui che sbianca in volto, le gambe tremanti e dice: sono il primo studioso italiano che vede il primo dinosauro italiano. Gli ho dato una grappa». Per via della legge del 1939 che vieta la raccolta di fossili, Scipionyx fu tolto ai Todesco (che ora si dicono pentiti: «tornassimo indietro ci comporteremmo diversamente [...] non abbiamo avuto neppure una stretta di mano»), portato alla Sovrintendenza di Napoli e di lì a Milano, dove per cinque anni è stato sottoposto ad un accurato restauro, fino alla presentazione di giovedì scorso, al Museo delle Scienze naturali.