Roberto Antonini, 2 maggio 2001
In realtà lo squatter poi si prende ben poco: il massimo a cui può aspirare è un casone abbandonato privo di tutto
In realtà lo squatter poi si prende ben poco: il massimo a cui può aspirare è un casone abbandonato privo di tutto. Per rendere abitabile questo casone si lavora per mesi: si spalano via quintali di pattume, si fanno dei lavori, molte volte duri e complessi, e appena sono terminati spesso si viene buttati fuori a botte dalla Polizia. Mentre ti picchiano i poliziotti gridano: «Così la prossima volta non lo farai più!». Ottengono in realtà l’effetto opposto: con le ossa rotte per il lavoro al casone, magari avevamo cominciato a pensare: chi me la fa fare alla fine ’sta vita da occupante, ribellarsi magari ci vuole, però è faticoso... E invece i poliziotti, menandoci, era come se ci avessero detto: ragazzi, avevate proprio ragione. Questa società da cui volevate scappare è veramente di merda.