Roberto Antonini, 2 maggio 2001
Chi ”squatta”? Ce n’è di tutti i tipi. Emarginati veri, ragazzi e ragazze con famiglie difficili alle spalle, stranieri nomadi che usano il casone come un albergo internazionale, quelli senza soldi che non possono permettersi una casa, i disoccupati che non sanno che fare ed anche persone felici e tranquille
Chi ”squatta”? Ce n’è di tutti i tipi. Emarginati veri, ragazzi e ragazze con famiglie difficili alle spalle, stranieri nomadi che usano il casone come un albergo internazionale, quelli senza soldi che non possono permettersi una casa, i disoccupati che non sanno che fare ed anche persone felici e tranquille. Per molti l’occupazione è una fase, un passaggio: si occupa per qualche anno, si fanno tutte le esperienze possibili, poi si torna alla normalità. Un lavoro, una casa in affitto e agli ex compagni di squatting la frase: «Sai non potevo fare altrimenti». Qualche volta si ritorna persino nella cittadina di provincia dalla quale si era partiti, disposti ormai a dedicarsi ad una vita tranquilla, magari di naturista integrale.