2 maggio 2001
L’idea che si discute più spesso tra gli ”squatters” è quella del rovesciare il mondo. Ma senza sapere bene né come né perché
L’idea che si discute più spesso tra gli ”squatters” è quella del rovesciare il mondo. Ma senza sapere bene né come né perché. In definitiva che importa sapere il come e il perché? La scelta di sistemarsi fuori della società è un atto della volontà egoistico e assoluto. Lo squatter dice: non mi piace quello che ho davanti e non voglio far nulla per farmelo piacere; quindi faccio ciò che voglio. Una giustificazione ”esterna” e internazionale è arrivata negli ultimi dieci anni da altri paesi europei: i ”casseurs” francesi (che sono emigranti, poveri e disoccupati, totalmente distanti da qualsiasi ideale politico, vivono da incazzati, spaccano tutto e svuotano le vetrine), i manifestanti che si scontrarono con la polizia durante i moti contro la ”poll-tax” della Thatcher in Inghilterra, i punx che durante i vari ”Caos Tag” di Hannover per tre giorni fecero a botte con la polizia e devastarono il centro della città per il puro gusto di farlo (ora non si può più, se si ha un aspetto minimamente punk si viene fermati a cinquanta chilometri dai confini cittadini). Insomma, un gran casino e niente da pensare, o troppo da pensare. Che è quasi come niente.