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 1999  aprile 13 Martedì calendario

In un villaggio del Maine (Usa) quattro donne e tre uomini vivono in comunione di beni, seguono la assoluta separazione dei sessi, credono in un Dio bisessuato, praticano il celibato e la confessione pubblica dei peccati

In un villaggio del Maine (Usa) quattro donne e tre uomini vivono in comunione di beni, seguono la assoluta separazione dei sessi, credono in un Dio bisessuato, praticano il celibato e la confessione pubblica dei peccati. Sono gli ultimi seguaci della setta degli Shakers (chiamati così perché si scuotevano come invasati durante le cerimonie religiose), fondata nel 1774 da Ann Lee, inglese emigrata in America in seguito ad una visione. Un tempo la comunità contava 200 persone, orfani o bambini di famiglie troppo povere per mantenerli. Il suo declino cominciò con la legge che impose di affidare gli orfani a famiglie. Negli ultimi vent’anni solo diciotto persone hanno provato a vivere a Shaker Village e solo sette sono rimaste: sorella Minnie (88 anni), sorella Marie (79), sorella Frances (70), sorella June (60), fratello Arnold (42), fratello Wayne (35) e fratello Doug (30). I tre uomini si occupano dell’ovile, della falegnameria e dei conti, le quattro donne della biblioteca, della cucina e delle marmellate. Si incontrano tre volte al giorno: per pregare (banchi separati) e per mangiare (tavole separate). Una sera alla settimana si riuniscono in una sala con sette sedie a dondolo, tre da un lato, quattro dall’altro, per dibattere temi religiosi. Per loro il Duemila è datato 1747, considerato l’anno della seconda apparizione di Cristo. Per sopravvivere hanno venduto il marchio dei loro mobili e oggetti di arredamento di gusto minimalista ed essenziale, di gran moda negli Stati Uniti. Fratello Arnold: «Non ho desiderato altra vita che questa, è la migliore delle esistenze possibili, se rimanessi l’ultimo degli Shakers mi lascerei morire perché solo la vita in comunità ha senso».