Marco DíEramo, il manifesto 22/04/1999, 22 aprile 1999
Secondo Benedict Anderson, autore di Comunità immaginate. Riflessioni sulla nascita e sul diffondersi dei nazionalismi, l’etnia cinese è un’invenzione degli europei
Secondo Benedict Anderson, autore di Comunità immaginate. Riflessioni sulla nascita e sul diffondersi dei nazionalismi, l’etnia cinese è un’invenzione degli europei. Prima che arrivassero loro i ”cinesi” emigrati nel sudest asiatico «non avevano assolutamente idea di essere ”cinesi”: erano a stragrande maggioranza analfabeti e parlavano per lo più lingue mutualmente incomprensibili quali l’hokkien e il cantonese; perciò si identificavano per l’occupazione, per il clan, per la località d’origine, non per una nazionalità che sarebbe emersa solo secoli più tardi. [...] Il fattore decisivo fu l’arrivo degli europei che, non capendo nessuna di queste lingue, con i loro occhi incollati sulle fisionomie, sui costumi e sulle occupazioni, e con le loro ambizioni di controllare il commercio della regione, decisero che questa gente era ”cinese” e procedettero ad agire su tale base. La Compagnia delle Indie olandese usò ogni mezzo - codici repressivi, requisizioni immobiliari, regolamenti imposti di ereditarietà, ed élites d’affari collaborazioniste - per insistere sulla Cinesità di persone che non parlavano nessuna lingua ”cinese” di nessun tipo». Risultato: prima dell’arrivo degli olandesi, la categoria ”cinese” non esisteva a Giava, oggi è iscritta nella Costituzione indonesiana attraverso il termine spregiativo ”Chink” e in Indonesia si perpetrano quotidianamente massacri di cinesi.