Marco Travaglio, la Repubblica 20/04/1999, 20 aprile 1999
Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) confidò in una lettera di nutrire antipatia per la propria creatura letteraria Sherlock Holmes e di continuare a scrivere gialli per finanziare i medium e poter viaggiare da un capo all’altro del mondo come «missionario dello spiritismo»
Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) confidò in una lettera di nutrire antipatia per la propria creatura letteraria Sherlock Holmes e di continuare a scrivere gialli per finanziare i medium e poter viaggiare da un capo all’altro del mondo come «missionario dello spiritismo». In un’altra lettera scrisse di aver ricevuto «un innegabile messaggio dall’aldilà»: aveva sognato che qualcosa di importante sarebbe accaduto in una località chiamata «Piave, mai sentita prima», visione onirica poi confermata dalla battaglia del ’17. Convinto della definitività di questa prova si spiegò il mancato compimento della fine imminente del mondo, preannunciata dal suo spirito guida, di origine araba, come «una straordianria burla giocata dall’aldilà al genere umano».