Raffaele Niri, Musica! 15/04/1999, 15 aprile 1999
Don Andrea Gallo, il sacerdote genovese fondatore della comunità di recupero di San Benedetto al Porto, ha seminato duecento metri quadrati di terreno incolto con la cannabis indica perché torni ad essere usata per fabbricare jeans («Anche Noè ne aveva una piantina sull’arca»)
Don Andrea Gallo, il sacerdote genovese fondatore della comunità di recupero di San Benedetto al Porto, ha seminato duecento metri quadrati di terreno incolto con la cannabis indica perché torni ad essere usata per fabbricare jeans («Anche Noè ne aveva una piantina sull’arca»). Autore di un saggio critico del proibizionismo, L’inganno droga, il prete predica la tolleranza: «Alcol, tabacco, caffè, eroina ed ecstasy sono sostanze. Alcune legali, altre illegali, alcune normalizzate, altre demonizzate. Una classificazione molto strana, alla cui legittimazione non può essere chiamata alcuna scienza. Per la cocaina i dipendenti sono un’esigua minoranza. Per la cannabis e i suoi derivati la dipendenza non è mai stata scientificamente documentata. Alcol, nicotina, caffeina, psicofarmaci e sonniferi, che non sono classificati droghe illegali, possono provocare dipendenza fisica oltre che psicologica [...] Vogliamo puntare tutto sull’etica della responsabilità e non sull’etica dell’obbedienza. Non obbedienza servile, ma libertà di sbagliare per far frutto salutare dei nostri errori».