Marcello Veneziani, il Borghese 05/05/1999, 5 maggio 1999
«C’è
anche ignoranza e ingenuità nel culto di Padre Pio; ma c’è pure un germe di elementare saggezza. come se non si volesse scomodare il Signore per le vicende e le tragedie terrene; come se si avvertisse la sua superiore, celeste lontananza rispetto alla vita degli uomini. E allora si ricorre ai santi e agli angeli custodi, ai grandi e vicini mediatori, intercessori. Una specie di clientelismo metafisico. Si dirà che è superstizione. Ma come spiegava Vico, la superstizione indica le ultime tracce superstiti di verità perduta o dimenticata; quindi, pensava il colto e cattolico Vico, meglio la superstizione che l’ateismo disperato».