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 1999  aprile 29 Giovedì calendario

Quanti ci lavorano. Essendo strutture che operano per non più di tre-quattro mesi l’anno, i Caf hanno pochi dipendenti fissi (solo alcune centinaia) e molti part-time

Quanti ci lavorano. Essendo strutture che operano per non più di tre-quattro mesi l’anno, i Caf hanno pochi dipendenti fissi (solo alcune centinaia) e molti part-time. In totale, nei Caf dei tre maggiori sindacati sono occupati 8 mila impiegati part-time, così distribuiti: 3.500 in quelli dalla Cgil, 3 mila in quelli Cisl e 1.500 in quelli Uil. Il contratto part-time più diffuso è quello di tipo verticale: l’impiegato è assunto per tutto l’anno, ma lavora solo nei quattro mesi necessari. In alcuni casi, il dirigente del Caf è un libero professionista arruolato per l’incarico specifico dal sindacato. il caso di Napoli, dove il Caf-Cgil è diretto da un commercialista, assunto con un contratto annuale di 40 milioni. Nell’ipotesi che in tutti gli altri Caf lavorino altri 7-8 mila impiegati part-time, per lo più pensionati pratici di fisco, se ne deduce che 15 mila impiegati part-time, alle dipendenze dei sindacati, si sono di fatto sostituiti alla burocrazia del ministero delle Finanze nel controllo formale delle dichiarazioni dei redditi. «Un’attività che la legge ci ha imposto di svolgere e che ormai facciamo meglio dei burocrati» sostengono i responsabili dei Caf «con vantaggio sia dello Stato sia dei contribuenti, che ora possono risolvere molti quesiti parlando direttamente con l’addetto del Caf, in orari decenti e senza fare code». Anche per questo, rivelano alcuni dirigenti sindacali, il ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, intende accelerare la riforma del suo ministero, con la creazione di due o tre agenzie molto snelle, modellate sulla figura dell’ente economico. Un passo che potrebbe consentire in un secondo tempo di dichiarare in esubero l’elefantiaca burocrazia ministeriale, da anni al centro di polemiche per inefficienza e assenteismo.